Florentino Pérez, assieme ad Andrea Agnelli, è stato tra i primi fondatori della Super League

Il presidente del Real Madrid Florentino Pérez, ospite di Manu Carreño durante il programma sportivo radiofonico spagnolo ‘El Larguero’, ha raccontato le ultime ore che hanno portato al flop del progetto Super League.

MANCATA CHIAREZZA SULLA SUPER LEAGUE

Sono triste e deluso.

Forse non abbiamo saputo spiegare bene questo progetto della Super League. Io presidente? Mi basta esserlo del Real Madrid. Ieri sera stavamo lavorando, abbiamo terminato la riunione all’una di notte. Lavoravamo a questo progetto da 3 anni che doveva combattere la situazione economica. La Liga è intoccabile. Il format della Champions League è obsoleto, interessa solo dai quarti di finale in poi.

SUPER LEAGUE UTILE PER COMBATTERE LA SITUAZIONE ECONOMICA

Le perdite delle 12 squadre della Super League ammontano sui 650 milioni di euro.

E questa stagione la perdita è aumentata due o tre volte di più. Il format attuale non funziona, per questo motivo abbiamo deciso di riunire 12 dei più grandi top club europei. Abbiamo fatto i nostri conti e abbiamo pensato che avremmo potuto guadagnare molti più soldi in questo modo.

MINACCE E INSULTI ALL’ANNUNCIO, COME SE AVESSIMO UCCISO QUALCUNO

Un’aggressività mai vista.

Quando abbiamo dato la notizia abbiamo chiesto di parlare con la UEFA. Sono arrivate minacce e insulti, come se avessimo ucciso qualcuno, come se avessimo ucciso il calcio. Cerchiamo tutti di intavolare un dialogo. Qualcuno nel gruppo inglese non è mai stato convinto e ha contagiato il resto dei club. Di fronte a questo processo mediatico, hanno deciso di abbandonare il progetto. Se la Super League non ha funzionato, un altro progetto lo farà.

SULLA UEFA

La UEFA ha dato spettacolo.

Sembrava che avessimo sganciato una bomba atomica. Non ci è nemmeno stata data l’opportunità di spiegare perché non volevano che nulla cambiasse. La Super League non è la fine del calcio. I ricchi stanno perdendo sempre più soldi. È come una piramide, se alla base non ci sono soldi, non ci sono soldi per nessuno.

Se non è necessario, non lo facciamo, ma non c’è altra soluzione. Mancavano all’appello soltanto tre club, le tedesche e il PSG più altre cinque. Volevamo accogliere tutti. Non ho paura di ritorsioni dalla UEFA, ma sono preoccupato. Ciascuno interpreti le parole di Čeferin come vuole. Siamo stati messi a tacere con un’aggressività terribile. Ci stavano aspettando, sapevano che stavamo per farlo. Abbiamo perso oltre 2 miliardi di euro.

SULLE INGLESI

Io credo che le inglesi non se ne siano andate.

I contratti erano firmati e vincolanti. Dal contratto non si può uscire, ma comunque non sono previsti provvedimenti legali. Le entrate della Champions non sono sufficienti, abbiamo bisogno di maggiori introiti. Madrid è ricca di trofei. Ho pagato tutto io.

SULLE ITALIANE

Non è vero che Milan e Juventus hanno lasciato la Super League.

Assieme a Real Madrid e Barcellona siamo ancora in trattativa per trovare soluzioni. La Super League non è morta.

SU ANDREA AGNELLI

Ho parlato con Agnelli tre volte oggi, non è vero che mi ha lasciato solo.

Ci siamo messi a lavoro con JP Morgan Chase & Co. per raccogliere fondi che ci permettano di uscire dal tunnel. Sarebbe un peccato non raccogliere i frutti di questo progetto proprio ora.

SUL FUTURO DEL REAL NELLA LIGA SPAGNOLA

Non sarei qui a parlare se rischiassimo l’esclusione dalla Liga. Lo dicono i tribunali.

Non sono stato l’unico promotore del progetto. Ho una certa credibilità.

SUL FUTURO DELLA SUPER LEAGUE NEL CALCIO

La Super League non influenzerà i rapporti con gli altri club. Ho una storia, credibilità e vado d’accordo con tutti.

La situazione è gravissima. Bisogna convincere i tifosi più giovani. Voglio un cambio di mentalità. Negli Stati Uniti si conoscono gli stipendi di giocatori e dirigenti. Qui dovrebbe esserci trasparenza. Il calcio ha bisogno di un sacrificio prima che sia troppo tardi.