Le dichiarazioni del Dott. Marco Barla, Professore Associato DISEG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica), membro effettivo del Collegio di Ingegneria Civile nonchè referente del Rettore per le attività sportive presso il Politecnico di Torino

Nell’intervista odierna su Tuttosport a firma di Piero Guerrini, il Dott. Marco Barla, Professore Associato DISEG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica), membro effettivo del Collegio di Ingegneria Civile nonchè referente del Rettore per le attività sportive presso il Politecnico di Torino, si è espresso sulla sostenibilità circa l’utilizzo dei tamponi per quanto concerne la ripresa delle attività sportive nel Belpaese:

”Per quanto riguarda i tamponi, la periodicità ravvicinata dei controlli comporterebbe costi poco sostenibili per qualsiasi sport che non sia il calcio – ha dichiarato il Dott. Barla -. Al momento le strade percorribili sono tre: non giocare, farlo con dispositivi di protezione oppure giocare soltanto utilizzando giocatori ufficialmente sani. Già nel calcio è complicato e qui entra in gioco il discorso delle mascherine quali dispositivi di protezione.

In foto il Dott. Marco Barla, Professore Associato DISEG – Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica nonchè referente del Rettore per le attività sportive presso il Politecnico di Torino

Dovranno essere adeguate all’attività sportiva, garantire cioè respirabilità e filtrazione, caratteristiche in contrasto. Diversi produttori già ne stanno mettendo sul mercato, il problema consiste che esse sono sprovviste di certificazione. A tal proposito, dunque, al Politecnico abbiamo cominciato uno studio; uno sportivo avrebbe bisogno di 200 l/min, il dispositivo medico permette 95 l/min. La prima soluzione sarebbe avere a disposizione una superficie più grande, ma ciò comporterebbe una drastica riduzione delle prestazioni dell’atleta. A seconda della disciplina sportiva, tuttavia, si potrebbero proporre mascherine differenti: nel basket, come nello sport, non si raggiunge il massimo sforzo con continuità, potrebbero dunque bastare superfici più ragionevoli.

A tal proposito puntiamo a essere pronti per l’estate, diciamo per fine luglio. Al momento siamo in una fase di studio, occorreranno 15 giorni per i materiali e l’indossabilità. Sarà poi la volta del design ed infine dei test. Se non cambia la situazione della pandemia, questo sarebbe l’unico modo per poter tornare a giocare senza dover ricorrere all’utilizzo continio dei tamponi e, dunque, sarebbe fondamentale soprattutto per il ripristino delle attività non di vertice”.