Paulo Sousa, allenatore US Salernitana 1919

Le prodezze di Candreva e Boulaye all’Olimpico fanno impazzire i tantissimi supporters granata

La Salernitana sfodera una prestazione maiuscola all’Olimpico contro l’AS Roma e torna a casa con un punto.

I granata che impattano a Roma per 2-2 sono una squadra nuova rispetto al recente passato – frutto del lavoro di Paulo Sousa soprattutto sulla tenuta mentale del gruppo. Le prodezze di Candreva (colpo al volo su lancio millimetrico di Coulibaly) e Boulaye Dia (colpo di tacco in piena area di rigore) illuminano lo stadio Olimpico e fanno impazzire i tantissimi sostenitori granata accorsi a sostegno della Salernitana nella Capitale.

Magie, quelle granata, che comunque non bastano per accaparrarsi l’intera posta in palio anche in virtù delle reti dei padroni di casa ad opera di El Shaarawy e Matić, utili soltanto ad evitare il tracollo degli uomini di José Mourinho.

Paulo Sousa, soddisfatto sia per la salvezza aritmeticamente raggiunta in anticipo e sia per la grande prestazione dell’Olimpico, plaude i suoi giocatori e i suoi tifosi:

”Abbiamo obbligato la Roma a cambiare modo di gioco in quanto avevano capito di essere in difficoltà.

Dobbiamo ancora crescere come squadra, nel senso che dobbiamo imparare a gestire la nostra continuità. La mentalità è quella di provare a vincere sempre, ovunque è possibile competere. Deve entrare nella testa dei giocatori. Non c’è niente di meglio che competere con le big per creare una cultura vincente.

La nostra idea è quella di vincere, intendo creare una cultura in questo gruppo. L’inizio di questo processo non è stato semplice; cercando di dare meno complessità possibile alla manovra offensiva, ho provato a far comprendere – cercando di dare un’opportunità a tutti – l’importanza della circolazione della palla che permetta di arrivare in area avversaria il più possibile. Piano piano noto la crescita della squadra e la capacità di competere.

Il potenziale c’è senza dubbio ma in qualsiasi club servono infrastrutture e dipartimenti professionali. Non esistono solo i giocatori, è necessaria tutta la base. A partire dai tifosi che ci danno un contributo incredibile.

Il mercato? Dobbiamo aiutare i nostri migliori giocatori a crescere all’interno del nostro modello di gioco. E’ sulla crescita del modello che crescono i giocatori e i margini ci sono”.

di Mario Miccio