Pino Sacripanti, coach della Ge. Vi. Napoli, si è raccontato nella settimana che porta all’atteso derby del PalaBarbuto con la Givova Scafati

Dal 25 ottobre 2019 Stefano ‘Pino’ Sacripanti è il capo allenatore del Napoli Basket.

Al termine di una lunga trattativa, il patron di Napoli Federico Grassi riesce a convincere coach Sacripanti a trasferirsi nel capoluogo campano e – aspetto da non sottovalutare – a scendere di categoria per la prima volta nella sua carriera da allenatore.

Pino Sacripanti, che raccoglie l’eredità di Gianluca Lulli, trova una Napoli – in A2 dopo aver acquistato il titolo sportivo di Legnano – che arranca nei bassifondi della classifica, demotivata e priva di mordente. Il processo di trasformazione totale del club partenopeo comincia dalla qualità degli allenamenti settimanali in palestra. Sacripanti, bravo nel lavorare soprattutto nella testa dei suoi ragazzi, in principio si concentra sui fondamentali del gioco, a partire dalla difesa. I risultati sono piuttosto immediati; Napoli risale piano piano la china sino ad assestarsi tra il sesto e l’ottavo posto dell’allora girone Ovest. La pandemia da COVID-19 sospenderà, poi, tutti i campionati.

Siamo passati dagli scarsi 700 spettatori agli oltre 3000 che, in qualche partita di cartello, erano venuti a vederci – racconta Sacripanti al ‘Corriere dello Sport’ –. Giocare senza pubblico ci pesa perchè sappiamo perfettamente cosa potrebbero darci i tifosi in questo momento.

Sogno il giorno in cui avremo di nuovo il pubblico sulle tribune del PalaBarbuto. Qui al sud il calore della gente è qualcosa di sensazionale. Napoli, poi, è un tripudio di musica, suoni, colori e cultura. Questa regione mi ha adottato. A Caserta ed Avellino ho vissuto giorni bellissimi, poi è arrivata la chiamata di Napoli.

Napoli quest’anno è ambiziosa, a dimostrazione del primato ottenuto in classifica – seppur in coabitazione con Forlì e Scafati – e di un roster di prim’ordine assemblato dal GM Antonio Mirenghi per dominare:

Fino ad ora siamo stati bravi.

Ok, qualche passaggio a vuoto, ma poi ci siamo sempre ripresi. Quando abbiamo perso non ho mai dato ai ragazzi l’alibi delle assenze; sarebbe troppo facile aggrapparsi a qualcosa quando non si vince. Noi siamo forti dentro, i ragazzi sanno che non devono dipendere da un singolo ma essere un gruppo coeso. Abbiamo solo bisogno di continuità.

Continuità, magari già a partire dall’attesissimo derby di domenica contro la Givova Scafati dell’amico Alex Finelli. E magari ripetendo anche il capolavoro tattico messo in scena nel derby del PalaMangano nel 2019, quando Sacripanti mise in crisi la Givova Scafati di Perdichizzi abbassando il quintetto e creando imprevedibilità, oppure come nel derby d’andata di gennaio – sempre al PalaMangano – in cui la difesa azzurra escluse dalla partita Charles Thomas, inarrestabile, nell’ultimo e decisivo quarto grazie ai decisivi cambi difensivi:

Giocare il derby senza pubblico abbassa inevitabilmente la soglia di tensione della gara.

In campo c’è rivalità ma non acredine, i giocatori si conoscono tutti tra loro e poi io, con Finelli, ho un solido rapporto di amicizia che dura da oltre 20 anni quando eravamo entrambi assistenti nella nazionale giovanile del gran maestro Mario De Sisti.

Il nostro obiettivo è quello di restituire la pallacanestro locale al ruolo che le compete, il progetto è ambizioso e questi ragazzi posseggono un grandissimo spirito di sacrificio. Ce la giocheremo.