Dopo 21 anni, Lionel Messi ha detto addio all’unico club professionistico in cui abbia mai militato

Lionel Andrés Messi Cuccittini, detto Leo, ha detto ufficialmente addio all’unico club professionistico in cui abbia mai militato: l’FC Barcelona.

Dopo 21 anni di militanza in blaugrana ed un curriculum chilometrico ricco di trionfi, coppe e titoli personali di ogni genere, la Pulga (pulce in italiano ndr) ha salutato tutti nel corso di una conferenza stampa indetta nella sala Auditori 1899 del Nou Camp di Barcellona. Messi, visibilmente commosso all’ingresso in sala, ha parlato ai presenti dando libero sfogo a tutte le proprie emozioni:

”In questi ultimi giorni ho pensato molto, ero bloccato e non sapevo cosa avrei potuto dire. Per me, questo addio è veramente difficile dopo aver vissuto qui tutta la mia vita. Non ero pronto. Lo ero l’anno scorso. All’epoca sapevo cosa dovevo dire, oggi no. Ero convinto di continuare la mia carriera al Barcelona, questo era quello che volevo. Ho sempre voluto restare al Barça, a casa mia, e godermi la vita in questa città meravigliosa.

Sono arrivato qui quando ero solo un ragazzino, a 13 anni. Dopo 21 anni me ne vado con mia moglie, con tre figli catalano-argentini e non posso essere più orgoglioso di così per quello che ho fatto al Barcelona. Sono sicuro che un giorno torneremo, ne sono convinto. Mi sarebbe piaciuto andarmene in modo diverso, anche se suppongo che un addio non possa mai essere una cosa bella… Mi sarebbe piaciuto restare qui, ho fatto tutto con questo obiettivo in mente ma, alla fine, non è successo. Ringrazio tutti per ciò che ho vissuto qua, ho sempre cercato di comportarmi con umiltà e rispetto. Spero che vi resti questo di Lionel Messi, oltre a quello che si è visto sul campo. Ho vissuto momenti bellissimi, anche momenti brutti, ma questi mi hanno fatto crescere e mi hanno reso quello che sono oggi. Ho dato tutto per questo club, per questa maglia, dal primo all’ultimo giorno. Ringrazio l’affetto che la gente mi ha dato sempre. Avrei voluto salutare i tifosi al campo, sentire la vicinanza del pubblico blaugrana per l’ultima volta. I tifosi mi sono mancati tanto durante questa pandemia.

Non esiste un singolo momento vissuto più bello di un altro. Ho vissuto tanti anni qua, tanti momenti positivi e negativi. È complicato, ma forse citerei il debutto, quando tutto è iniziato. Il mio sogno lì è diventato realtà. Quello che è venuto dopo è stato meraviglioso. Ho fatto tutto ciò che potevo per restare, Laporta ha detto che il rinnovo non è arrivato per una questione legata a LaLiga. Ho sentito tante cose che sono state dette su di me, ma io volevo restare e ho fatto di tutto affinchè ciò accadesse. Era tutto accordato, ma non si è potuto mettere nero su bianco. Il mio contratto non è mai stato un problema, avevo anche abbassato del 50% il mio stipendio ma questo non era sufficiente. So solo che non sono potuto restare al Barcellona per il debito del club e per la questione de LaLiga.

Sono bloccato, ancora non riesco a credere di dover lasciare questo club e questa città, cambiando completamente vita. Ho vissuto 16 anni in prima squadra, per me sarà sempre la stessa cosa. Ora devo iniziare di nuovo da zero e ripartire, sarà un cambiamento duro per me ma soprattutto per la mia famiglia. So, però, che ci adatteremo. Il PSG? E’ una possibilità. Voglio continuare a competere ad alti livelli e vincere titoli”.

Nato a Rosario, nella provincia argentina di Santa Fe, da Jorge Horacio Messi e da Celia María Cuccittini, Lionel Messi è di lontane origini italiane, essendo il suo trisavolo Angelo Messi emigrato da Recanati nel 1883, oltre ad essere un lontano parente dell’omonimo pugile Luca con cui condivide le origini familiari, mentre il bisavolo Angelo era di Ancona. Molto impegnato nel sociale, Messi nel 2007 ha dato vita alla Fundación Leo Messi, fondazione che si occupa di garantire sostegno, soprattutto medico, ai bambini indigenti.

Soprannominato La Pulga (“la pulce” in italiano ndr), per via della sua statura, inizia a giocare a calcio all’età di quattro anni nel Grandoli. Il padre decide di farlo giocare con i ragazzi di 6 anni e «alla seconda palla iniziò a dribblare come se avesse sempre giocato». Nel 1995, a otto anni, gioca qualche partita con la maglia del Central Córdoba, per poi passare al Newell’s Old Boys, dove esordisce realizzando un poker di reti. A 9 anni debutta in un campo a 11.

All’età di 11 anni, gli viene diagnosticata una forma di ipopituitarismo (deficienza di secrezione di somatotropina). Il Newell’s non riesce a pagare le cure, il River Plate mostra interesse nei suoi confronti, ma non ha abbastanza denaro per pagargli le cure necessarie da $900 al mese e il trasferimento dal Newell’s Old Boys. È quindi il Barcelona, attraverso il direttore sportivo Carles Rexach, a interessarsi al suo talento dopo averlo visto giocare in un provino ottenuto grazie ad alcuni parenti in Catalogna e ad assicurarsi le prestazioni sportive del ragazzo, rendendosi disponibile a pagargli le cure, qualora si fosse trasferito in Spagna; non avendo a disposizione della carta su cui scrivere, Rexach gli fece firmare il contratto su un tovagliolo di carta.

Nel periodo in cui milita nel Newell’s Old Boys, dal marzo 1994 all’ottobre del 1999, mette a segno 234 gol in 179 partite: in quattro anni la squadra perde una sola partita, guadagnandosi il soprannome de ‘La macchina dell’87’, perché tutti i giocatori erano classe 1987. Messi arriva, quindi, in Europa insieme alla sua famiglia, venendo aggregato alle formazioni giovanili dei blaugrana e firmando il suo primo contratto ufficiale il 1 marzo 2001. L’arrivo in Spagna è inoltre facilitato dal fatto che Messi avesse dei cugini a Lleida, in Catalogna.

Comincia la sua carriera con il Barcelona a 13 anni, giocando con le categorie Infantil BInfantil A e Cadete A, tra il 2000 e il 2003, segnando complessivamente 61 gol in 45 partite. All’età di 14 anni, è segnalato da Renato Favero, osservatore in Argentina del Como di Enrico Preziosi: il cartellino di Messi costa $50.000, ma Preziosi decide di non puntare su di lui poiché è «giovane e un po’ gracile». È poi aggregato alla terza squadra, il Barcelona C, militante nella quarta categoria spagnola. Debutta in partite ufficiali il 29 novembre 2003, nella gara interna contro il CE Europa, terminata 2-1 in favore dei padroni di casa. Nel 2004 arriva l’esordio in prima squadra, contro l’Espanyol il 16 ottobre, che lo rende il terzo giocatore più giovane a vestire la maglia del Barcelona e il più giovane a esordire ne LaLiga (record battuto solo dall’ex compagno di squadra Bojan Krkić nel settembre del 2007). Il 7 dicembre seguente esordisce in Champions League, nella sconfitta esterna per 2-0 contro lo Šachtar.