Shavon Shields (35) è offensivamente strepitoso, alla Virtus non bastano i 18 di Amar Alibegović

L’Olimpia Milano comanda le ostilità praticamente per tutto il primo tempo, con vantaggi anche importanti.

La Virtus lotta nel secondo, ricucendo anche un passivo piuttosto pesante senza tuttavia mai dare l’idea di poter riprendere in mano la gara definitivamente. Milano riduce al minimo i rischi e si procura le giocate giuste quando servono per battere le VuNere per la terza volta in stagione. Termina 94-84 per la truppa di Ettore Messina.

Olimpia – Virtus

Fantastica prestazione di Shavon Shields, che ha giocato una partita offensivamente mostruosa (35 punti), sostenendola anche con lo sforzo difensivo contro gli esterni di talento di Bologna. Nella ripresa Zach LeDay ha completato una prova da 21 punti e otto rimbalzi, tutti importanti nel respingere la rimonta avversaria. Per la Virtus non bastano i 18 di Amar Alibegović ed i 15 punti a testa di Teodosić e Belinelli.

Nel post-gara, Messina e Đorđević hanno analizzato a caldo il match.

Ettore Messina, head coach Olimpia Milano:

Abbiamo giocato contro una squadra che ha un enorme potenziale offensivo, che conoscevamo, e abbastanza curiosamente abbiamo vinto grazie all’attacco che ha segnato 94 punti.

Abbiamo avuto momenti molto buoni e anche momenti in cui la nostra testa probabilmente si è diretta ancora verso il momento importantissimo che ci apprestiamo a vivere in EuroLeague. Ci siano assicurati matematicamente il secondo posto e questo penso abbia importanza anche in chiave play-off europei, perché ci aspettano – in mezzo a questa serie – due partite difficili, a Pesaro e con Cremona.

Vedremo come potremo gestire le energie in quel momento, a adesso possiamo riposarci un giorno e poi preparare la prima gara di questa serie con il Bayern che sarà molto appassionante e molto equilibrata.

Saša Đorđević, head coach Virtus Bologna:

Non so che dire.

Le due facce di una squadra. Si chiede sempre di giocare con orgoglio e coraggio. Se quello manca non c’è nulla da dire. Hai l’opportunità di giocare contro Milano, la squadra migliore in Italia, la partita si deve giocare col coltello tra i denti. Ma i denti prima li devi portare in partita, se no è una dentiera che hai lasciato a casa, e non è la prima volta, ultimamente.

Sono avvelenato: da quando sono arrivato in questa società ci metto la faccia, il mio nome, la personalità, quello che so – poco – da allenatore, però non posso andare contro qualcosa che sento profondamente mio e giusto da dire. Così non si gioca. Il nostro atteggiamento fisico e difensivo… malissimo nel primo tempo, e nel secondo tempo un’altra faccia della squadra che giocava con coraggio.

Competere e dare il meglio di te… ma bisogna farlo, perchè è il tuo lavoro. Io sono giocatore e il giocatore deve portare quella cosa lì. Altrimenti parliamo di tiri liberi sbagliati, di 15 palle perse buttate in prima fila, seconda e anche terza, il tutto perchè non c’è il gioco, il sistema di qua e di là. Balle!